Nel 1930, il barone inglese Sir James Gow Mann comunicò all’inglese Società degli Antiquari la scoperta che le armature di cui erano rivestite già dal XVI secolo un gruppo di statue del santuario delle Grazie non erano di cartapesta, come erroneamente si riteneva, ma erano autentiche. Qui riunite, esse compongono un corpus di rilevanza mondiale, essendo la più cospicua raccolta di armature italiane del XV e XVI secolo. Oltre alla gigantografia dell’interno del santuario (riproducente una stampa ottocentesca), ad evocare l’ambiente d’origine, dalle cui volte pende un coccodrillo, ne è stato qui posto un altro, proveniente dal seminario diocesano.
Si veda il volume che, a cura di Alberto Riccadonna e Lucio Iasevoli, pubblica la completa traduzione italiana della prima relazione del Mann