I Gonzaga, signori di Mantova dal 1328 al 1707, sono celebri anche per le opere d’arte che avevano raccolto nei loro palazzi. In seguito a vendite e saccheggi, esse si sono perdute o sono pervenute a musei lontani; in città rimangono quasi soltanto quelle presenti in questo museo, nelle sezioni dei dipinti antichi, delle armature e degli arazzi di Parigi, nonché in queste due sale, ove una serie di preziosi attesta il fasto e il gusto che caratterizzò la corte mantovana, e insieme l’ampiezza dei suoi orizzonti politico-culturali.
Sala Gonzaga I
Tre arazzi del tipo detto millefiori, francesi del primo Cinquecento, fanno da sfondo a una serie di capolavori, tra i quali: una Madonna col Bambino, in argento dorato, francese del XIV secolo; il celebre Messale Romano detto di Barbara di Brandeburgo, caposaldo della miniatura italiana del XV secolo; la fastosa stauroteca (reliquiario della Vera Croce) che include smalti realizzati a Bisanzio nel X secolo; un San Giorgio dei fratelli Dalle Masegne; impronte di sigillo per due cardinali, rispettivamente opera di Mantegna e di Cellini. Singolare inoltre la “cassa da guerra”, pirografata, del XVI secolo.
Sala Gonzaga II
Sono qui riunite altre straordinarie opere di oreficeria, donate dai signori di Mantova alla basilica palatina di Santa Barbara e alla Cattedrale. Tra di esse l’urna di Santa Barbara in oro, ebano e quarzo; il fastoso reliquiario di Sant’Adriano, in avorio, argento e tartaruga; la ricca Croce di papa Clemente VIII; il gioiello in oro e gemme, col Nome di Gesù in diamanti; il raffinatissimo cofanetto parigino in madreperla.
Si veda il volume del catalogo dedicato a Ori e avori.