GIUSEPPE RIVELLI, (da Parmigianino)
Olio su tela, sec. XIX
Inv. 20. Dalla Cattedrale
Nel secolo XI Mantova entrò nei domini dei signori di Canossa che controllavano gran parte delle contee dell’Italia settentrionale e possedevano il titolo di marchesi di Toscana. Il primo a dominare su Mantova fu il marchese Tedaldo, fondatore del monastero di San Benedetto in Polirone; dal 1012 il governo passò a suo figlio, il marchese Bonifacio, il quale scelse Mantova come sua residenza abituale; a lui nel 1052 successe (dapprima con la madre, Beatrice) sua figlia Matilde, defunta nel 1115.
Soprannominata la “Grancontessa” ma anche marchesa di Toscana, duchessa di Spoleto e regina d’Italia, Matilde di Canossa (Mantova, 1046 – Bondeno di Roncore, 1115) è l’ultima esponente della dinastia che, dalla fine del X secolo, aveva dominato l’Italia centro-settentrionale.
Nella cosiddetta lotta per le investiture si schierò dalla parte del papa e nel suo castello di Canossa ospitò nel 1077 la celebre resa dell’imperatore Enrico IV davanti a papa Gregorio VII. Questi le diede come consigliere politico e direttore spirituale Sant’Anselmo, il patrono di Mantova.
Matilde eresse, o in vario modo beneficò, numerosi monasteri e chiese (tra cui, in città, la rotonda di San Lorenzo); volle essere sepolta nel monastero del Polirone, fondato dal nonno Tedaldo a san Benedetto Po; nel Seicento i suoi resti, per volontà di papa Urbano VIII furono traslati a Roma, nella basilica di San Pietro.
Questo fantasioso ritratto è copia di quello cinquecentesco, perduto, del Parmigianino.